lunedì 3 marzo 2014

LE SPADE DEI RIBELLI

Oggi, per quanto non sia domenica, sono tornata con una nuova recensione. Dal momento che domani uscirà l’intervista a Licia Troisi, voglio postarvi la recensione al secondo volume della sua ultima saga, I regni di Nashira. Il romanzo si intitola Le spade dei ribelli.

Vediamolo insieme.


TRAMA:
Avevamo lasciato Saiph e Talitha in fuga, salvati dall’eretico immortale. Ma l’uomo non è il salvatore che tanto hanno cercato o, forse, deluso dagli uomini e dai loro comportamenti, non vuole esserlo e così li abbandona. Ma i due giovani non si rassegnano e decidono di seguirne le tracce.
Durante questo “inseguimento”, vengono fermati da un gruppo di ribelli Femtiti, che imprigionano Talitha, mentre Saiph viene trattato con tutti gli onori, essendo diventato il simbolo della rivolta, il primo vero ribelle, anche se lui in realtà non lo è mai stato e non si sente tale.
Dopo una serie di circostanze, Talitha viene liberata e comincia a servire come combattente la causa femtita, mentre Saiph diventa sempre più insofferente e vorrebbe proseguire la missione. L’unico ostacolo è Talitha, che sente di aver finalmente trovato il suo posto nel mondo.
Cosa farà Saiph? Andrà via da solo? O resterà a fianco della bella talarita di cui è – evidentemente – innamorato?

RECENSIONE:
Questo secondo appassionante capitolo della saga di Nashira non è da meno del precedente. Ricco di suspance e colpi di scena, questo romanzo brilla per una evoluzione dei personaggi, già ben caratterizzati nel primo. Talitha ha preso in mano la sua vita - o almeno così crede - facendo quello che ha sempre sognato: combattere per una causa che ritiene giusto; Saiph mette in luce la sua sete di conoscenza e di avventura; Megassa - il padre di Talitha - diventa sempre più arido, violento e assetato di vendetta...
Questa volta a essere messi in evidenza sono gli intrighi politici, che già presenti in nuce nel precedente, ma assieme le prime avvisagli di innamoramenti - adolescenziali o duraturi? - che sviano anche un po' l'attenzione dalle molte battaglie. La Troisi si conferma tra le migliori a descrivere queste scene, rigorosamente scarne ma efficaci, semplici e dure. 
Insomma, il romanzo non delude, anche se in un certo qual modo è quasi un romanzo "di passaggio", nel senso che si configura come un'anticipazione di quello che succederà nel terzo. 
Cosa succederà ne Il sacrificio
Leggetelo e lo scoprirete. Poi magari lo commentiamo insieme. 
Per il momento è tutto. 

Biancaneve

1 commento:

  1. Sono d'accordo sul fatto che il libro sia migliore del primo: anche se avrei visto bene una maggiore partecipazione, i cattivi (Grele e Megassa) anche se compaiono poco sembrano finalmente presenze credibili dietro le quinte, e c'è un qualche lavoro sui personaggi principali e sui comprimari (mi fa piacere vedere come Melkise abbia sviluppato una terza dimensione e non sia rimasto al livello di un cartonato dell'Unieuro - cit). E fortunatamente non ci sono suicidi logici del calibro dei diari delle eretiche, che invece di venire distrutti sono anzi ordinatamente catalogati nella Sala Nascosta™ del monastero.

    In ogni caso molti dei difetti dei libri precedenti rimangono, primo fra tutti il raccontato-non-mostrato che si sforza di scemare, ma non ci riesce e dunque castra senza appello la narrazione nei punti dove finalmente si arriva a menare le mani (quindi perdonami, ma non puoi scrivere che "La Troisi si conferma tra le migliori a descrivere queste scene, rigorosamente scarne ma efficaci, semplici e dure"; anzi ha ancora MOLTO da imparare!) seguito dalla fuffosità e dalle menate che emergono a spaglio fra le pagine, in dialoghi e descrizioni (ricordo in particolare l'incontro tra Saiph e il drago nel bosco del divieto: semplicemente ORRENDO!).

    La ragazza sta migliorando, questo si...ma dopo 14 libri xD ho iniziato "Il sacrificio" poco dopo l'uscita, l'ho trovato soporifero, non sono andato avanti ma probabilmente lo farò.
    Prima o poi.

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