domenica 27 gennaio 2013

Cinquanta sfumature di...noia!

Ed eccomi tornata per l'appuntamento che tutti voi state aspettando: la recensione all'ultimo romanzo della saga delle Cinquanta sfumature. Oggi, infatti, analizzerò e criticherò per voi Cinquanta sfumature di rosso. Siete pronti?
Si avvisa il gentile pubblico di tenere questo libro lontano dalla portata dei ragazzi, ragazze, bambini, adulti: il contenuto è talmente squallido e demenziale che potrebbe nuocere gravemente alla salute mentale di chi lo legge!


TRAMA:
Christian e Ana si sono finalmente sposati. Dovrebbero essere finite le nostre sofferenze così come le loro, giusto? E invece no! E.L. James continua la loro storia raccontando il loro matrimonio e la loro luna di miele, turbata da una minaccia lontana: Jack Hyde (ve lo ricordate? è l'editor viscido che cerca di violentare la nostra "indifesa" eroina) tenta con ogni mezzo (fallendo miseramente, come succede solo nei film del genere 007, dove i cattivi quando sparano riescono a non colpire James Bond anche quando se lo trovano a cinque centimetri dal loro naso) di uccidere i nostri due sfortunati sposini. Nel frattempo la vita dei due novelli coniugi procede sempre meglio: Christian sta cominciando a diventare più normale, mentre il carattere di Ana si rafforza.
Anche qui vale la stessa cosa del precedente romanzo: l'intenso succedersi di avvenimenti, altro non serve che a nascondere le falle che la trama stessa presenta. Indizio di ciò l'incidente quasi mortale di Ray, il patrigno di Ana, che ha la funzione di avvenimento straordinario, e serve a interrompere un po' la monotona e ripetitiva sequenza infinita dei rapporti sessuali che i due hanno, che - dopo già due libri - ha notevolmente stancato il lettore.
Ma non dimentichiamo il colpo di scena maestro di tutti i colpi di scena: Ana dimentica di prendere il contraccettivo e - noo! non ditemeloooo! - rimane incinta di un bambino che chiama "Puntino", quando pensa a lui, perché dalla prima ecografia il bambino sembra un puntino, appunto. Questo solo per farvi capire quanto l'autrice renda celebrolesa la sua protagonista. La reazione di Christian? E' abbastanza violenta da accontentare le fan che sentivano la mancanze dei suoi "ringhi". Ma, naturalmente, cede anche fin troppo presto, dimostrandosi il padre più felice del mondo.
Il finale? Potete immaginarvelo tranquillamente: Ana, Christian e i loro due figli vivono per sempre felici e contenti. Disney docet!
 
RECENSIONE:
Anche qui, ho detto molto già nella trama. Cos'altro posso aggiungere? Analizziamo le tecniche di narrazione. In un patetico tentativo di evolvere il suo stile, E.L. James fa un salto temporale di due mesi tra la fine di Cinquanta sfumature di nero e l'inizio di Cinquanta sfumature di rosso. Così ritroviamo Ana e Christian già sposati e in viaggio di nozze. Le lacune vengono colmate con dei flashback che ricostruiscono il matrimonio e altri momenti, ma in maniera confusionaria troppo confusionaria, tanto che la narrazione si appesantisce.
E vogliamo parlare della parte finale? La breve appendice in cui Christian parla in prima persona è una forzatura perché ripercorre scene già raccontate dal punto di vista di Ana e serve solo a far sognare le ragazzine.
Non spreco altre parole con questa trilogia, le ho dedicato già fin troppo spazio e tempo.
Per il momento è tutto.
 
Biancaneve

sabato 19 gennaio 2013

Cinquanta sfumature II: la vendetta!

Salve, lettori, eccomi tornata con la seconda avvincente critica al nuovo capitolo della saga delle Cinquanta sfumature, Cinquanta sfumature di nero. Vi invito a leggerla con attenzione perché il secondo volume è di importanza fondamentale per la trama (perché, c'è una trama? Non me n'ero accorta, scusatemi!!) della saga.



TRAMA:
Dopo la rottura con Christian, dovuta al fatto che lui l'ha sculacciata (tutto qui? Ma dai, Ana, lo sapevi che al tuo "principe nero" piaceva il sesso violento, come del resto a te. Allora perché lo hai lasciato?! Bah!) la nostra eroina entra in uno stato comatoso. Ma non preoccupatevi, lettori! Il nostro stalker preferito si rifà vivo dopo soli cinque giorni, convincendola immediatamente a tornare con lui (ma lei non lo aveva lasciato per dei VALIDI motivi?).
Questo secondo romanzo presenta tutta una serie di colpi di scena, che dovrebbero servire a tenere il lettore col fiato sospeso, e tentano di nascondere quella che, in realtà, è la pochezza della trama. Perché dico questo? Perché, come nelle favole, questi avvenimenti si realizzano tutti in un lasso di tempo brevissimo, un mese: la ex sottomessa di Christian che compie atti di stalking (naturale, in fondo ha imparato dal migliore!) nei confronti di Christian e Ana e giunge a minacciarli entrambi con una pistola (no, purtroppo non li uccide!); il capo di Ana, Jake Hyde, un uomo viscido, che cerca di violentare la nostra eroina che - che culo! è proprio il caso di dirlo - conosce molto bene le arti marziali, per cui non solo lui non riuscirà nel suo intento, ma verrà anche pestato sia da Ana che da Christian, accorso in aiuto della sua bella, e perderà il lavoro, che sarà affidato - indovinate un po' - proprio ad Ana, anche se quest'ultima lavora nella casa editrice da sole due settimane. Molto realistico! Vi è poi l'incidente aereo di Christian (no! Non muore neanche stavolta! Rassegnatevi. Forse dovremmo provare a nascondergli una bomba addosso la prossima volta, magari riusciamo a farlo fuori). E, soprattutto, la romantica richiesta di matrimonio che Christian rivolge ad Ana, dopo solo due mesi che si conoscono.
 
RECENSIONE:
Credo sinceramente di essere stata già abbastanza distruttiva nel ricostruire la trama, e non credo rimanga molto da aggiungere. Non desidero essere ripetitiva, quindi cercherò qui di sottolineare aspetti differenti da quelli già trattati.
Non c'è una maturazione nello stile. Le scene di sesso esplicito adoperano sempre lo stesso linguaggio infantile e un po' volgare. Per il resto lo stile è monotono e un po' ripetitivo e l'inserimento di tutti i colpi di scena prima citati serve proprio a nasconderlo e a cercare di impedire che il lettore, annoiato, abbandoni la lettura per dedicarsi a un romanzo intellettualmente più stimolante.
In questo capitolo della saga apprendiamo anche la storia di Christian: da piccolo veniva regolarmente usato come posacenere dal protettore della madre, che picchiava madre e figlio. La madre era morta per overdose e lui era rimasto per ben quattro giorni accanto alla madre morta prima che qualcuno lo trovasse. Aveva solo quattro anni.
Questa storia strappalacrime spiega molte delle sue turbe comportamentali, ma perde molto del suo valore in quanto viene utilizzata solo per dimostrare che Christian in fondo non è malvagio perché vuole essere un dominatore e picchiare le ragazze, e per mettere ancora una volta in evidenza il fatto che lui cambia per lei.
Nello stesso filone si inserisce la proposta di matrimonio di Christian, che vuole sposare la sua Ana dopo appena due mesi che la conosce. Ora, non è per essere pignola: ma quanta gente conoscete che si è sposata dopo appena due mesi di conoscenza e non ha divorziato?
E con questa domanda - di cui non scrivo la scontatissima risposta - vi lascio. Tornerò presto con la critica dell'ultimo "romanzo" della saga - mi dispiace, ma non è colpa mia se ne ha scritti così tanti!
Per il momento è tutto.
 
Biancaneve

sabato 12 gennaio 2013

Cinquanta sfumature di... banalità!

Salve, lettori, sono tornata con una nuova recensione al vetriolo, che questa volta prende di mira la cosiddetta "trilogia erotica", che svetta in tutte le classifiche mondali (non si capisce perché o, meglio, si capisce, come dirò più giù). Per chi non l'avesse ancora intuito mi sto riferendo alla trilogia delle Cinquanta Sfumature, pubblicata da E.L. James, illustre conosciuta, che non ha scritto nulla (e avrebbe fatto meglio a continuare così) prima di questi tre romanzi.
Oggi analizzerò per voi Cinquanta sfumature di grigio. Consiglio vivamente a coloro che adorano questo libro di leggere questa critica, che cerca di essere costruttiva. Se, una volta arrivati alla fine di questo post, siete ancora convinti che sia un buon libro, non ho nient'altro da dirvi se non: "de gustibus non disputandum est".



TRAMA:
E già c'è una trama anche qui (credetemi la cosa non era così scontata). Anastasia Steele ha 21 anni, è vergine e sta per laurearsi quando la sua migliore amica e coinquilina Kate Kavanagh la manda al posto suo a intervistare il multimiliardario Christian Grey, amministratore delegato della Grey Enterprise, 28 anni, per il giornale del college. I due all'inizio - com'è ovvio! - non si sopportano, ma poi si rivedono grazie ad alcuni incontri non proprio casuali (lui è uno stalker) e scatta la scintilla. Lui la invita e cena e le fa una proposta oscena: una relazione di sesso basta sul rapporto dominatore/sottomessa. Cosa farà la dolce, ingenua e innocente (che poi tanto innocente e ingenua non mi sembra dato che lei, VERGINE, gliela da la prima sera!!) Anastasia? E state attenti perché la risposta non è così scontata come sembra (ci pensa un po' prima di accettare, che vi credete?? Ana non è certo una sciacquetta!)

RECENSIONE:
Ma si può definire un romanzo un obbrobrio del genere?? Premetto che non sono prevenuta: ho provato sul serio a leggerlo senza alcun tipo di pregiudizio, ma dopo dieci pagine ero già un pochino (solo un pochino) disgustata.
La trama è praticamente inesistente: non è nulla più della storia di lei, ragazza acqua e sapone senza alcuna esperienza, che crede di non essere un granché bella (ma chissà perché ha una sfilza di uomini che letteralmente sbavano per lei!) e di lui, maniaco del controllo e mago del sesso, senza alcuna voglia di una relazione stabile, che cambia per lei. Il tutto ben condito da scene di sesso "estremo" e dal rapporto "malato" tra dominatore e sottomessa.
Banale, scontata, trita, insulsa... Volete che continui? Conosco ancora parecchi sinonimi, ma non voglio annoiarvi: se volessi annoiarvi, vi direi di leggervi direttamente il libro. Già dalle prime pagine la storia procede in maniera piatta e anonima, e anche un po' forzata: Kate che si ammala (che fantasia!) e costringe la sua coinquilina e migliore amica Ana ad andare al suo posto a fare l'intervista a quest'uomo, perché è l'unico momento in cui questo pomposo amministratore delegato può riceverla. Naturalmente la ragazza va a fare quest'intervista controvoglia, senza documentarsi su chi sia (molto logico, per un'intervista di importanza fondamentale per la propria migliore amica) e all'inizio non lo sopporta. Tutto questo è una vera novità nella storia della letteratura, specie rosa, e per di più raccontato senza alcun vero sentimento.
Ma lui le farà cambiare idea sul suo conto e la farà innamorare perdutamente, tanto che lei, vergine, decide di andare a letto con lui la prima sera che escono insieme. Ora: quale ragazza sana di mente andrebbe a letto con un uomo sconosciuto la prima sera che ci esce insieme? Lascio a voi l'onere di dare una risposta. Ed è assurdo che a scrivere questa scena sia una donna, che dovrebbe conoscere bene le dinamiche della mente femminile.
Analizziamo i personaggi. Anastasia "Ana" Steele è una ragazza con una madre svampita che vive dall'altra parte dell'America e un patrigno (il terzo marito della madre) che lei considera un padre (il suo è morto quando era piccolissima). Come ho già detto è piena di complessi di inferiorità: crede di essere brutta, di non meritare niente di bello, soprattutto di non meritare Christian (non sa di già vista sta cosa?) E' molto matura (anche troppo per la sua età) e ha una migliore amica che lei considera molto più bella di lei e che nuoce gravemente alla sua autostima, però lei invece di odiarla la adora. Senza contare che è un'imbranata cronica, cosa che - secondo molti - è una caratteristica che gli uomini dovrebbero trovare irresistibile: in un romanzo vuoi che il tuo protagonista maschile si innamori della tua eroina? Rendila imbranata! e vedrai come casca ai suoi piedi. Inoltre la ragazza (che vive nel XXI secolo, come tutti noi) non conosce l'uso del cellulare e non ha un indirizzo e-mail! Per cui, giustamente, si fa regalare uno smartphone e un computer dal suo ricco fidanzato/dominatore.
E Christian Grey? Cosa dire dello stalker più sexy della letteratura? Anche lui sa di già visto: fisico perfetto, capelli ramati spettinati, fascino magnetico, che agisce come uno stupefacente: tutte le donne perdono la facoltà di parola quando se lo trovano davanti, diventano rosse in viso e fanno le troiette. Tutte le donne, eh, non sfugge nessuno a questo incantesimo. E naturalmente è il re del sesso, esperto e con una stanza dei giochi con cui divertirsi. Senza parlare del fatto che è disturbato, poverino! Ha un sacco di complessi pure lui perché ha avuto un'infanzia difficile e per questo non vuole una relazione seria, non crede di meritare l'amore di nessuno (in effetti lui e Ana sono proprio fatti l'uno per l'altra) e tende a controllare (o meglio a opprimere) le persone a cui tiene. E a usare i soldi per fare lo stalker con tutte le sue amanti!
Gli altri personaggi non li prendo neanche in considerazione, tanto sono stereotipati e praticamente quasi unicamente funzionali alla trama. Non vale la pena soffermarcisi.
E veniamo finalmente alle scene per cui è famoso questo libro: le scene di sesso. Si parla di sesso estremo, ma in realtà di sesso estremo c'è ben poco. Il rapporto dominatore/sottomessa è molto poco convincente, viene escluso quasi tutto dal contratto iniziale e dai limiti assoluti che i due pongono. A parte qualche sculacciata e un frustino ogni tanto non c'è proprio nulla.
Il linguaggio adoperato, poi, è veramente infantile: "me l'ha messo dentro", "vengo", "viene", "è eccitato" e roba del genere. Da un romanzo erotico così "sconvolgente" ci si aspetterebbe qualcosa di più elaborato, un linguaggio più alto, uno stile più coinvolgente. Senza contare poi che Ana è SEMPRE "bagnata", non ha mai mal di testa, non è mai stanca, non ha mai altro per la testa: è pronta a un minimo cenno di Christian. Vi sembra naturale?
Credo di aver concluso, per quanto riguarda il primo capitolo della saga.
Per il momento è tutto.
 
Biancaneve

martedì 1 gennaio 2013

Rowling shock: capolavoro!

Inauguriamo questo 2013 con una nuova critica. Questa volta ci occupiamo de Il seggio vacante, il nuovo romanzo di J.K. Rowling, nota in tutto il mondo per essere la "mamma" di Harry Potter, colei che ha fatto sognare bambini e non con le straordinarie avventure del maghetto più celebre della storia della letteratura mondiale.


TRAMA:
Pagford è un idilliaco paesino inglese, dove tutto scorre sempre allo stesso modo, con scarse novità. Ma, una notte, all'improvviso, muore Barry Fairbrother per una aneurisma al cervello. Fairbrother era nel consiglio locale e si stava battendo perché il centro di disintossicazione e i Fields (i quartieri poveri) restassero di proprietà della città di Pagford, invece di essere inglobati nella vicina città di Yarvil, a cui in origine appartenevano. Alla sua morte si accende una vera e propria guerra per occupare il suo posto, guerra che metterà in risalto tutte le piccole rivalità meschine degli abitanti del paesello e sconvolgerà gli equilibri fra i rapporti sociali in un boomerang, che non tornerà più indietro.

RECENSIONE:
Boccio chiunque, leggendo questo libro, abbia detto: "carino, ma se ci fosse stato Harry Potter o una bacchetta magica sarebbe stato meglio", o chi abbia pensato: "è meglio che scriva solo di maghetti". Il seggio vacante è, infatti, un vero capolavoro così com'è, è la dimostrazione che la Rowling è una Scrittrice e non solo un professoressa senza un soldo che ha scritto una storiella ed è diventata famosa e ricchissima.
Struggente e delicato, questo nuovo romanzo mette in evidenza tutte le sue grandi doti di narratrice in uno stile forte, che fa spesso uso di un linguaggio poco "pulito", sporco, ma che con grande realismo rispecchia la società odierna. Inoltre la Rowling dimostra una grande conoscenza della natura umana: piccole meschinità, dispetti, offese ingigantite dagli eventi, tradimenti, ma anche amori e turbamenti adolescenziali.
Non manca proprio nessuno in questo romanzo: la moglie annoiata e il marito troppo concentrato su se stesso per accorgersene; l'uomo violento che picchia sua moglie e i suoi figli per sfogare la propria insoddisfazione, la moglie che lo giustifica, il figlio che lo odia e lo disprezza; l'uomo che vorrebbe essere un'altra persona e non prende mai decisioni, se può evitarlo: in pratica non vive; il medico bravo nel suo lavoro, ma che per questo trascura la figlia e non riesce a capire che dietro il suo andare male a scuola ci sono episodi di bullismo a cui la ragazza è sottoposta; la ragazza "difficile", figlia di una donna drogata, che deve occuparsi da sola del fratellino di appena quattro anni; il vicepreside della scuola che ha una patologia secondo cui crede di comportarsi da maniaco, uccidere, ecc...
Un quadro umano completo e, allo stesso tempo, perfetto nelle sue imperfezioni. Un quadro umano collocato in un paesino dove tutti credono di sapere tutto di tutti, e rimangono poi sconvolti quando scoprono che le cose non sono proprio come l'altro se le immagina o se le aspetta.
E tutto questo viene fuori alla morte improvvisa di un uomo, Barry Fairbrother, marito e padre esemplare, molto attivo nella politica del paese di Pagford. Nel cercare di sostituirlo e di combattere le sue battaglie, la vita degli abitanti del "tranquillo" paesello va lentamente a rotoli: si sgretolano tutte le certezze a cui gli abitanti si sono appigliati per decenni. Nel giro di soli due mesi, tutto cambia: a Pagford nulla sarà più come prima.
In definitiva, Il seggio vacante è un romanzo che dimostra una grande maturità, che la Rowling non aveva del tutto quando ha scritto Harry Potter (e a parlare è una ragazza che con Harry ci è cresciuta e adora!).
Ora non ci resta che aspettare che la nostra "zia Row" - com'è chiamata da tutti i suoi fan - ci regali un altro emozionante romanzo.
Per il momento è tutto.
 
Biancaneve