giovedì 11 aprile 2013

Promozioni di aprile!

Salve lettori, ora invece vorrei segnalarvi che per il mese di Aprile la casa editrice Libro Aperto Edizioni indice due promozioni.
Innanzitutto tutti i cartacei fantasy sono in offerta sul sito della Libro Aperto Edizioni a prezzi ribassati e con spedizione gratuita (ma solo se li ordinate dal sito!). Vi posto qui il link, dove sono indicati i libri in offerta con relativo nuovo prezzo. http://www.libroapertoedizioni.it/1/collana_j_r_tolkien_2861822.html
L'altra offerta riguarda il manuale Donne: come sopravvivere, che si trova nella collana "Light Books". Il manuale verrà venduto per tutto il mese di Aprile a soli 0,99 centesimi. Naturalmente si tratta della versione in formato ebook e il libro deve sempre essere ordinato dal sito stesso: http://www.libroapertoedizioni.it/ 
Vi auguro buona lettura!
Per il momento è tutto.
 
Biancaneve

"Oltre l'oscurità" di Alessandra Paoloni

Salve a tutti, lettori! Sono qui per darvi delle comunicazioni riguardarti la casa editrice Libro Aperto Edizioni con cui - come detto in precedenza - da poco collaboro.
Innanzitutto vi informo che è uscito da pochissimo un romanzo fantasy - storico molto interessante e promettente. Il romanzo si intitola Oltre l'oscurità. L'autrice è la giovane Alessandra Paoloni. Il libro è presente solo in formato digitale, in quanto rientra nel progetto "new generation". Questo progetto vede la casa editrice investire nelle pubblicazioni in formato ebook, molto popolari tra i giovani, in quanto presentano i vantaggi di costi irrisori (questo romanzo lo potete trovare a soli 1,99 euro!), di non occupare spazio in case già abbondantemente invase dai libri (io ne so qualcosa!), di poter essere comodamente letti seduti davanti al pc o dovunque sul reader (per chi ne avesse uno).


TRAMA:
La famiglia Cavendish vive nella tenuta di Landlord, dove si verificano strani presagi e dove oscure forze maligne si vogliono impossessare degli umani, che cercano di combattere per un mondo migliore.
Eleanor è ancora una bambina quando sua madre viene uccisa in una notte oscura. Ormai donna, conoscerà l'amore con Dorian Eliot, che l'aiuterà a scoprire la verità su quella morte che le ha sconvolto la vita.
Tra passato e presente, sospetti e perplessità, i due protagonisti riusciranno a sconfiggere il Maligno e a realizzare il loro sogno d'amore?

CHI E' ALESSANDRA PAOLONI?
Alessandra Paoloni è nata a Tivoli l'11 marzo 1983. Esordisce nel 2008 con la raccolta poetica Brevi monologhi in una sala da ballo di fine Ottocento con la casa editrice Il Filo. Pubblica poi i romanzi fantasy Un solo destino e Heliaca la pietra di luce, editi dalla 0111 Edizioni. Nel 2012 esce il romanzo La stirpe di Agortos, pubblicato però con lo pseudonimo di Elisabeth Gravestone. Suo è anche La discendente di Tiepole, un paranormal fantasy.
E' tra i vincitori del concorso "On the road: diari di viaggio", indetto da Libro Aperto Edizioni, con il racconto "Sulla strada per la fine".
E' tra i finalisti del concorso "Impronte d'amore", indetto dalla Butterfly Edizioni, con il racconto "Come il vento su Top Withens".
E' una delle vincitrici del concorso "racconti d'amore", indetto sempre dalla Libro Aperto Edizioni, con il racconto "Fantasmi del passato".
Attualmente collabora come scrittrice per alcuni periodici indipendenti e per una rivista online.

sabato 6 aprile 2013

Intervista con Dorotea De Spirito

Rieccomi lettori. Oggi sono qui con l'intervista alla giovane autrice viterbese Dorotea De Spirito. Nata il 23 maggio del 1991 ha vissuto a Viterbo, dove ha frequentato il Liceo Classico Mariano Buratti. Attualmente è iscritta al corso di laurea in Lettere Moderne presso l'Università Cattolica a Milano, città in cui risiede.
Nel 2008 ha esordito con il romanzo Destinazione Tokio Hotel, pubblicato dalla casa editrice Mondadori. Ha continuato la collaborazione con la casa editrice pubblicando nel 2009 Angel, nel 2011 Dream e nel 2012 Devilish.


Biancaneve (B): Buongiorno, signorina De Spirito. Sono molto lieta di ospitare la sua intervista nel mio piccolo blog di critica letteraria. Come prima domanda credo sia d'obbligo chiederle di presentarsi brevemente ai nostri lettori.
Dorotea De Spirito (DDS): E' un piacere rispondere al vostro invito e essere ospite sul Blog, vi ringrazio per avermi contattata. Il mio nome è Dorotea De Spirito, ho ventun anni, sono di Viterbo, Lazio, ma da due anni vivo a Milano dove frequento il corso di Lettere Moderne e Editoria presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono autrice di quattro libri per la casa editrice Mondadori, usciti tra il 2008 e il 2012: "Destinazione Tokio Hotel", "Angel", "Dream" e "Devilish".
 
B: Parliamo adesso del suo esordio. Lei ha pubblicato giovanissima il suo primo romanzo "Destinazione Tokio Hotel", nel 2008, e con una casa editrice importante, qual è la Mondadori. Cosa può dirci di questo libro? Come le è venuta l'idea per il romanzo, quanto tempo ha impiegato a scriverlo, ha sempre voluto pubblicarlo o all'inizio l'ha scritto esclusivamente per se stessa?
DDS: "Destinazione Tokio Hotel" è stato proprio l'inizio di tutto. Era il 2008 e avevo appena sedici anni quando completai questa storia; ricordo di averla iniziata spinta da una grandissima necessità personale e anche da una forte gioia, era come se pagina dopo pagina stessi facendo un regalo a delle persone che non conoscevo e mai probabilmente avrei conosciuto, ma a cui sentivo di dovere tantissimo e di amare tantissimo: i membri di quella band. Inizialmente era una cosa mia e anche loro in qualche modo, ma ho sempre tenuto a mente anche le altre ragazze e fan, come se desiderassi fare questo piccolo dono anche a loro. Naturalmente poi il libro, uscendo, ha generato molto parlare di sé ed è stato sia apprezzato sia più criticato, come credo fosse naturale dato il contesto a cui era legato. Ho impiegato poco a completarlo: non più di un mese, ma si tratta di una storia molto breve. Non appena lo ho terminato, ho desiderato provare a fare il passo successivo e condividerlo con il resto del fandom, quindi ho iniziato a cercare indirizzi, recapiti... e, incredibilmente, la Mondadori ha risposto.
 
B: E arriviamo al suo secondo romanzo, "Angel", che l'ha resa nota specialmente tra i ragazzi della nostra generazione. Il genere è quello molto in voga tra i giovani: l'amore impossibile tra due personaggi che sono l'uno l'opposto dell'altro. Come le è venuto in mente lo spunto per questa storia?
DDS: In realtà, "Angel" fu molto "precoce", quando lo ho iniziato era il 2008 e a malapena era uscito il romanzo della Meyer, se ben ricordo. ; c'era ancora ben poco Urban Fantasy in giro, per non parlare di Angeli o Demoni, a sento stava saltando fuori qualche Vampiro! Quindi ha avuto una genesi estremamente naturale e per nulla dettata da un genere in voga o qualcosa di simile. La storia di "Angel" è nata dal curioso intreccio di tre ingredienti: la canzone dei Pink Floyd riportata anche a inizio libro, i primissimi due versi che citano: So, so you think you can tell Heaven from Hell? Mi risuonava in testa da settimane, come un'ossessione; da un personaggio come quello di Vichi, che aveva iniziato a comparirmi in testa già quando avevo quindici anni, ma che poi avevo tralasciato; infine dal passo del "Simposio" di Platone, che descrive l'Amore e lo rappresenta come un demone scalzo e povero, figlio di Povertà e Ingegno. I tre elementi si sono fusi e hanno generato questa storia, dove l'amore è un demone ed è la sola cosa capace di unire Paradiso e Inferi, un angelo - senza ali - e un demone. Quando ho terminato "Angel" quasi mi vergognavo dei personaggi, mi sembrava una storia troppo strana e l'ho proposta alla Mondadori con molto timore.
 
B: Passiamo ora a "Dream". Questo romanzo sembra quasi una favola bella, la favola che ogni ragazza al liceo sogna. Cosa può dirci in proposito?
DDS: "Dream" è un romanzo di passaggio, è molto più malinconico e maturo di "Angel" e anche di "Devilish", a mio avviso, solo che il lieto fine e la matrice onirica della storia nascondono questo aspetto nella lettura di alcuni. La storia di Esperia e del suo strano incontro e punto di unione in sogno con un ragazzo sconosciuto e apparentemente lontanissimo anche da un punto di vista geografico è nata da un articolo e dal vero caso di un ragazzo inglese: Adam Pacitti, che si è innamorato di una sconosciuta vista in un suo sogno. Adam non si è arreso ed ha iniziato a cercare questa ragazza, convinto della sua esistenza e del suo sentimento. Anche per Esperia è così, William esiste e tra i due nasce un legame fortissimo e particolare, nei sogni non c'è la superstar inglese e la ragazza più adulta della sua età che vive da sola e si preoccupa dell'ultimo anno di liceo e della maturità, ma due ragazzi che si salvano a vicenda dai ricordi più dolorosi del loro passato, dal male che hanno ricevuto e che da soli non sono riusciti a sconfiggere.
 
B: Ed eccoci arrivati a "Devilish", la sua ultima fatica. Ammetto di averlo letteralmente divorato in tre ore, e le faccio i miei complimenti per i miglioramenti che ha apportato allo stile. Sono curiosa di sapere: ha sempre pensato di scrivere questo sequel di "Angel" o l'idea le è venuta in seguito?
DDS: "Angel lasciava aperte tante possibilità e anche punti di domanda e elementi da sviluppare maggiormente, quindi ho colto l'occasione del successo di "Angel" per sentirmi autorizzata a tornare sulla vicenda e continuarla come meritava.
 
B: Passiamo ora ai personaggi. Cominciamo da quelli femminili: Nadia, Vittoria ed Esperia. Tre ragazze diverse, tre ragazze che hanno preso vita grazie alla sua fantasia. Cosa ci dice di loro? E, soprattutto, c'è qualcosa di lei in questi tre personaggi? In caso contrario, si ispirano a qualcuno che conosce o sono pure e semplici invenzioni.
DDS: Naturalmente nascondono tutte alcuni aspetti di me, credo sia inevitabile dal momento che sono personaggi femminili e mie coetanee nei tempi in cui ho scritto ogni libro e per di più voce narrante. Ho cercato sempre di essere molto onesta nella mia scrittura, sono sicuramente  ancora acerba, imprecisa o peggio per qualcuno, ma almeno ho sempre cercato di essere onesta e naturale e di far parlare personaggi reali. Nadia aveva quattoridici anni e io sedici, Vichi ed Esperi poco più e io con loro, le voci sono le voci di ragazze della loro età, con i loro dubbi, problemi e desideri. Forse oggi non riuscirei a descrivere Nadia come ho fatto nel 2008, a sentire le cose come le sentiva lei e questo vale per le altre. Ognuna di loro ha un po' di me nel momento in cui ho scritto le loro storie e la cosa più sorprendente è stato come alcune di loro siano diventate me senza che me ne accorgessi: Esperia è forte e ha un dolore che non ha ancora superato, Vichi ha dei dubbi e delle debolezze  ma è disposta a ribaltare il mondo per difendere le poche certezze  della sua vita e i suoi affetti. E Nadia, la piccola Nadia, è diventata me senza davvero che me ne accorgessi, le sue domande, i suoi interrogativi: chi sono, cosa posso essere o diventare? erano gli stessi che avevo dentro, ma ci voleva lei per farmelo capire.
 
B: Guglielmo e William sono invece i protagonisti maschili, rispettivamente di "Angel" e "Devilish" e di "Dream". In alcune interviste, che ha precedentemente rilasciato, ha dichiarato che entrambi i personaggi sono ispirati a Bill dei Tokio Hotel. E' esatto?
DDS: Esatto e inevitabile. Sono i due personaggi cardine dei libri e l'altra metà del mondo delle sue protagoniste, sono ispirati in parte a quella che per me rimarrà sempre una persona importantissima. Dico in parte perché per me è sempre come fare un omaggio a Bill, ma non posso fare di più che ricordarlo con qualche espediente esteriore e interiore: qualcosa di lui nell'aspetto di Guglielmo e di William, qualcosa nei modi. Ma non posso spingermi oltre perché alla fine credo che quello che davvero determina un personaggi sia la sua interiorità e il suo modo di vedere il mondo, e queste informazioni io non le ho.
 
B: La saga di "Angel" con l'uscita di "Devilish" può dirsi conclusa o dobbiamo aspettarci un terzo libro sulle avventure di Vittoria e Guglielmo?
DDS: No, penso sia tempo di lasciarli sereni a godersi un po' di meritata pace e felicità.
 
B: Sta lavorando a un altro romanzo, ultimamente?
DDS: Qualcosa bolle in pentola, ma è troppo presto per pronunciarsi.
 
B: Il suo romanzo più famoso è un urban fantasy. E' intenzionata a continuare su questo genere o desidera sperimentare generi diversi? Se sì, quali?
DDS: "Angel" è un urban fanstasy, "Dream" non ha genere, "Destinazione Tokio Hotel" è un romanzo di formazione... Non amo le etichette o i paletti, continuerò a scrivere in libertà, se ne verrà fuori un altro urban ne sarò lieta, ma anche se dovessi allontanarmi dal genere.
 
B: I temi portarti dei suoi romanzi - almeno è quello che si evince - sono l'amore e l'amicizia. Quanto contano questi due sentimenti per lei?
DDS: Sono due temi presenti e importantissimi per la vita di chiunque, credo. Specie quando si è giovani: si ha un modo di percepire certe emozioni che è amplificato e meraviglioso e credo vada apprezzato e vissuto fino in fondo, almeno finché dura. Ma, curioso, se mi si dovesse chiedere quali sono i due elementi che maggiormente reggono le mie storie, risponderei: l'essere quel che si è e il lottare per crescere e difendere il proprio io.
 
B: Le è iscritta alla facoltà di Lettere Moderne alla Cattolica di Milano. Cosa sogna di fare "da grande"? Continuerà a fare la scrittrice?
DDS: Spero di poter continuare a scrivere e sono felicissima del mio corso di studi che nutre il mio cuore e la mia passione giorno dopo giorno. Da grande, se proprio devo diventarlo, mi piacerebbe restare nel mondo della carta stampata e dei libri anche in una posizione di più addetta ai lavori.
 
B: Dia dieci consigli a tutti gli aspiranti scrittori.
DDS: 1) Leggete come dei matti, non si può scrivere senza essere degli appassionati e famelici lettori.
2) Leggete cose diverse e non vi concentrate troppo solo su un genere o momento storico.
3) Trovate del tempo per la vostra passione, i compiti, le interrogazioni e gli impegni ci sono sempre, ma a volte è meglio mettere da parte per un'oretta il libro di geografia astronomica e fermare su carta una certa idea, piuttosto che perderla.
4) Cercate di esercitarla ogni giorno o quanto più spesso vi è possibile.
5) Siate curiosi e creativi a trecentosessanta gradi, dal nulla non nasce nulla, le storie più belle sono nascoste nei colori, nella musica, nelle foto e nei casi particolari che ci circondano.
6) Il mondo dei libri è un mondo che cambia molto velocemente, siate sempre attenti e ricettivi alle novità, mai troppo prevenuti.
7) Nutritevi del mondo antico, non si può prescindere da quello.
8) Apprezzate la vostra sensibilità e anche il vostro dolore, uno scrittore con l'animo in pace non è uno scrittore.
9) Siate umili e coraggiosi: umili quando ci sarà da correggere, riscrivere, tagliare passi interi e ricevere un rifiuto, anche dieci rifiuti. Non cadete nella facile trappola di chi pensa di scrivere capolavori incompresi e di essere puntualmente rifiutato e superato da spazzatura raccomandata.
10) Ma siate tanto coraggiosi, perché dopo quei dieci rifiuti dovete rimboccarvi le maniche e mandare altre cento mail, senza arrendervi mai.
 
B: E, per ultima, la domanda più attesa (almeno per me). Lei avrà sicuramente letto le critiche/recensioni che ho fatto sul blog sui suoi ultimi tre romanzi (ammetto di non aver ancora letto "Destinazione Tokio Hotel"). Ora le chiedo di dirmi cosa pensa di quello che ho scritto a proposito dei suoi libri. Naturalmente lei ha il diritto di replicare su qualunque punto ritenga opportuno. Oggi tocca a me essere criticata.
DDS: Ahah, volentieri. Dunque inizierei dalla prima recensione, quella di "Angel". Purtroppo la primissima osservazione che mi viene da fare riguarda il momento in cui il libro è stato letto: il 2012, a tre anni dalla sua uscita. Un libro, naturalmente, dovrebbe rimanere un buon libro sia che sia letto nel momento della sua uscita, sia che sia letto dopo molto tempo, ma nel caso di "Angel" una lettura ritardata nel tempo rischia sempre di offuscarlo e di creare la brutta sensazione che sia un libro che si ricalca su altri testi, altri urban fantasy nello specifico, che sono usciti molto dopo. Detto questo, sono state sollevate questioni giuste e interessanti e apprezzo il fatto che sia stato precisato che è un'impresa che ho affrontato a soli diciassette anni.
Quanto alla prima persona singolare narrante, mi sento in dovere di precisare che non è stata una scelta dovuta al desiderio di essere la protagonista, ma di creare un flusso di coscienza costante e una focalizzazione completamente calata nell'interiorità della protagonista. Come nel mio primo libro, volevo far vedere il mondo di Vittoria, farlo sentire, respirare, toccare e per questo mi servivano i suoi occhi, la sua voce; come far immergere il lettore nei suoi interrogativi, nelle sue paure, in modo più diretto? Certo, questo ha dei limiti, i personaggi cattivi che arrivano solo in un secondo momento, come mi fa notare la critica, ma anche questo in realtà è un preciso intento che in "Angel" ho perseguito: desideravo creare una storia che procedesse in climax, sempre più velocemente e in modo affannoso, quando il male e il lato più negativo si palesa. fino al culmine che, infatti, si palesa nella parte finale.
Passando a "Dream", non ho molto da dire, tranne che mi ha stupito il richiamo a una fanfiction: non mi era mai stato detto e, tranne per il fatto di aver reso William un cantante, non ci avevo proprio pensato. Sarà che sono sempre abituata a difendere "Destinazione Tokio Hotel" da questo tipo di lettura! Comunque "Dream" non voleva richiamare quel tipo di testo ed Esperia vive da sola non per facilitarle le cose e rendere possibili spostamenti e cambi di idea da fanfiction, ma per sottolineare la dimensione adulta e concreta della sua vita.
Il suo personaggio vive due esistenze, lei stessa lo sottolinea più volte nel corso del romanzo: da una parte la ragazza che vive da sola, provvede a se stessa e pensa alla scuola, al futuro in modo serio e pragmatico. Anche Valerio è parte di questo mondo, rappresenta il sentimento reale e sicuro, pulito da ogni sogno, ogni rischio e anche ogni paura. Dall'altra questo strano mondo fatto di ricordi, di passato, futuro e di uno strano ma potente legame che sente nascere con quello che resta, fino a prova contraria, un estraneo: William. Con cui parla in inglese, come ho sottolineato in modo più esplicito in uno degli ultimi capitoli, quando Esperia pronuncia le parole "Ti amo" e lo fa nella sua lingua, in italiano, provocando una reazione di non comprensione da parte di Will e la successiva bugia per dirgli addio: "Significa addio, significa a mai più". Sono una sostenitrice di quello che viene chiamato il patto verosimile, tra lettore e autore, per cui il lettore accetta e viene incontro a quello che l'autore racconta, anche quando è necessario un compromesso. Ultimissima osservazione: che dolore leggere che Esperia: "Esperia infatti non ha mai superato il fatto di non essere stata accettata da alcuni bambini a una festa, di essere stata presa in giro e rifiutata da tutti". In effetti è qualcosa del genere ma in modo un po' meno semplificato. Entrambi i protagonisti hanno vissuto un dolore e non lo hanno mai superato, mai vinto da soli, con le loro sole forze. Esperia da bambina ha subito un trauma, è stata distrutta psicologicamente, fatta a pezzi nella sua interiorità e chiusa dentro uno stanzino buio come un animale da torturare. William è stato abbandonato dalla persona che amava perché non credeva né in lui né nel suo sogno. Questo è il buio dei due protagonisti. La paura che non riescono a vincere da soli, ma che riescono ad affrontare insieme, in questo strano "insieme" che il tempo di un sogno riesce a creare.
Infine "Devilish", ho notato che è stato visto non proprio positivamente il ricorso all'uso di fonti antiche per la discesa negli Inferi: una scelta voluta e coerente col mondo pagano e non cristiano o teologico, che ho voluto creare con i miei angeli e i miei demoni, più simili alla figura del daimon. Gli inferi sono inferi pagani e dalla tradizione: con porte, la guardia di Cerbero e perfino Arpie assetate di sangue, non è stata notata la citazione di Dante e della selva dei suicidi, ma c'è anche quella :)
Mi stupisce un po' l'osservazione sullo sviluppo dei personaggi: ho sempre l'impressione e il timore opposto, di far parlare troppo la psicologia e l'interiorità dei miei personaggi in un mondo narrativo che oggigiorno sembra preferire libri pieni di azioni e reazioni, ben venga questa osservazione, quindi, mi ha stupito e per certi aspetti quasi sollevato.
Per concludere ho apprezzato queste critiche, ben elaborate e costruttive, e ho decisamente gradito il costante incoraggiamento a continuare a migliorare e fare di più.
Grazie Biancaneve :)