giovedì 27 febbraio 2014

LE DIFFICOLTA' DI UNA SCRITTRICE IN UN...TACCHINO!

Salve lettori, per l'angolo emergenti voglio quest'oggi presentarvi Viola, vertigini e vaniglia, romanzo d'esordio di Monica Coppola. Il libro si è classificato tra i primi 100 nell'importante competizione "Il mio esordio" (III edizione, 2013), ed è stato poi autopubblicato dall'autrice su sito kataweb, interessante piattaforma. 
Il romanzo ha avuto una lunga genesi. L'autrice ci ha infatti lavorato per ben tre anni, ma l'idea è più antica: parte, infatti, da una raccolta di racconti scritti quand'era solo una ragazzina. E' poi riuscita a trasformare quest'idea in un romanzo vero e proprio grazie all'aiuto di Gessica Franco Carlevero, insegnate della scuola Holden, che le ha - in pratica - fatto da tutor o - meglio - da personal editor. 
Monica Coppola ha trentanove anni, una laurea in Lettere Moderne, un marito, due figlie, un criceto e un blog. Si occupa di marketing e comunicazione e, nel tempo libero, scrive. 
Cosa può emergere dalla lettura del suo libro? Scopriamolo insieme.


TRAMA:
Viola aspira a diventare una scrittrice ma la precarietà di questo mestiere la costringe a lavorare in un call center dove si vende pesce surgelato. Almeno fino a quando nella sua vita non torna Emma, il "vulcano rosso", la sua migliore amica, fumettista che lavora in America. E' lei a metterla in contatto con Tancredi, giovane e affascinante editor che profuma di borotalco, che la convince a licenziarsi per scrivere storie sul tacchino Poldino. 
A ostacolarla il terrore di non essere all'altezza, soprattutto di sua cugina, Matilde, celebre archistar, osannata da sua madre e dalle sue zie "floreali", con cui ha un rapporto difficile. 
Riuscirà Viola, con la sua allergia alla vaniglia e le sue vertigini, a spiccare il volo?

RECENSIONE:
Un romanzo sicuramente interessante. Frizzante e allegro, si legge facilmente, sempre col sorriso sulle labbra. La storia regge per tutto il tempo, anche se il finale - devo ammetterlo - è un po' deludente: troppo eclatante e poco verosimile, ricorda molto i finali di Sophie Kinsella. Io personalmente avrei preferito qualcosa di più sobrio e più in linea con il resto del romanzo. 
Per il resto, il romanzo non ha altri difetti. I personaggi sono gradevoli e ben sviluppati, ognuno con una propria storia e con un carattere ben definito. Tancredi, pur essendo "figo", non è il classico belloccio tutto muscoli, stalker e "ringhioso" come i protagonisti maschili degli ultimi romanzi in circolazione, così come Viola non è la solita "sfigata idiota" alla Bella Swan per intenderci. 
Anche lo stile è buono. Poco pretenzioso, semplice e lineare, senza troppi orpelli inutili. Scorrevole e molto ironico. 
Insomma Viola, vertigini e vaniglia è un buon romanzo d'esordio. L'autrice promette bene e spero di leggere presto un suo nuovo romanzo. Nel frattempo, voi leggete questo! 
Per il momento è tutto. 

Biancaneve

2 commenti: