domenica 24 novembre 2013

IL NUOVO ROMANZO DI BRIDGET JONES TRA LIBRI E FILM

Buonasera miei cari lettori compulsivi, rieccomi qui, come promesso, con la mia critica settimanale. Questa volta ho scelto per voi un romanzo edito da poco: Bridget Jones. Un amore di ragazzo di Helen Fielding. E' - come immaginerete o forse già saprete - il seguito degli altri due romanzi Il diario di Bridget Jones e Che pasticcio, Bridget Jones!, pubblicati rispettivamente nel 1995 e nel 1999. Sono passati, dunque, ben diciotto anni dal primo romanzo e quattordici dal secondo. E' curioso che abbia fatto passare così tanto tempo prima di scrivere questo sequel e in questo è stata "seguita a ruota" da una sua collega, sempre autrice di chick - lit, Lauren Weisberger, autrice de Il diavolo veste Prada, di cui poche settimane fa è uscito il seguito, La vendetta veste Prada, a distanza di dieci anni e di cui vi parlerò in una delle prossime critiche, appena riuscirò a mettere le mani su quel libro :)
Cosa spinge uno scrittore a scrivere il seguito del suo best seller a anni e anni di distanza? Nostalgia? Smielato sentimentalismo? Desiderio di riuscire a emulare le scarse vendite dei romanzi successivi? O di riprendere un'identità a lungo celata?
Proviamo a scoprirlo insieme.
 
 
TRAMA:
Bridget Jones è tornata. Ha cinquantun anni, due bambini piccoli ed è di nuovo single. Suo marito Marc Darcy è infatti morto cinque anni prima. Dopo poco più di quattro anni di lutto, in cui si è lasciata andare, i suoi amici di sempre l'hanno convinta a rimettersi sul mercato. Nell'era di internet, Bridget si iscrive su Twitter, dove conosce Roxster, affascinante toy-boy ventinovenne. I due iniziano una relazione, ma a mettersi in mezzo, oltre alla differenza di età, anche l'affascinante Mr. Wallaker, insegnante presso la scuola elementare del figlio di Bridget, Billy.

RECENSIONE:
Premetto che pur non avendoli - aggiungerei per il momento - criticati qui, ho letto i primi due romanzi della saga di Bridget Jones proprio all'inizio di quest'anno e li ho trovati piuttosto banali e insulsi, privi della brillante frivolezza dei film, che potrei citare a memoria. E' quindi con curiosità professionale che mi sono accinta a leggere quest'ultimo libro che, devo ammettere, mi ha stupito. Superato lo shock inziale per la morte di Marc Darcy, mi sono resa conto che, pur non essendo eccezionale, riesce a far emergere con delicatezza e ironia il problema del ritrovarsi single a cinquant'anni, quando i coetanei preferiscono le donne più giovani e le donne si sentono sole, insicure e soprattutto vecchie, anche se ancora non lo sono. In più i figli a carico sembrano complicare una eventuale vita amorosa, specie se, come in questo caso, molto piccoli (Mabel, la figlia, frequenta la scuola elementare, mentre Billy, il maggiore, l'elementare).
Mi sono comunque molto divertita a leggere questa storia.
Ho trovato lo stile della Fielding notevolmente migliorato: mentre nei primi romanzi questo è piuttosto sintetico, forse troppo prosaico, in questo romanzo è privo di quelle incertezza che hanno caratterizzato gli altri. Buona anche l'idea di iniziare la storia in itinere, facendoci vedere Bridget già alle prese con la sua storia d'amore con Roxster, e solo dopo farle inserire alcune pagine del suo diario dell'anno precedente per farci capire cosa sia successo precedentemente e farci conoscere le fasi del suo lento ritorno alla vita.
Anche i personaggi sono meglio approfonditi, anche se ho trovato un po' banale il personaggio di Mr. Wallaker, che in un certo qual modo vuole far ricordare Marc, senza riuscirci veramente. Non vi nascondo che la mia avversione per questo personaggio possa derivare in parte o del tutto dal fatto che egli è, effettivamente, colui che soppianterà Marc Darcy, tuttavia dubito che si tratti solo di questo: infatti Mr. Wallaker appare troppo compassato e la loro storia non può non ricalcare in qualche modo quella tra Bridget e Marc. Forse sarebbe stato meglio creare un personaggio completamente diverso, un po' come lo è Roxster, adorabile trentenne che si innamora seriamente di Bridget, pur avendo iniziato la loro storia un po' come un gioco.
Un personaggio complesso, quello di Roxster, che è ben delineato (a differenza di quello di Mr. Wallaker), e in qualche modo verosimile.
Ma è Bridget a essere impagabile. Questa Bridget ha dei punti in comune con la Bridget trentenne. Come lei è insicura e si entusiasma facilmente, facendo i suoi abituali sogni a occhi aperti, tuttavia ha una consapevolezza tutta nuova, donatale dalla vita che ha condiviso con Marc.
Ho fondate ragioni per credere che Helen Fielding si sia ispirata in parte anche ai film perché alcune frasi e atteggiamenti descritti sembrano derivare più dalla versione cinematografica dei suoi romanzi, che da romanzi stessi. E forse è stata questa l'idea vincente.
Voglio lasciarvi con una piccola curiosità: pare che l'idea di trarre un film da questo libro sia attualmente in forse, a causa di alcune divergenze tra la scrittrice e Renée Zellweger (l'attrice che l'ha interpretata nei film usciti nel 2001 e nel 2004, ndr), dovute sia alla visione che esse hanno di Bridget, sia a un mancato ringraziamento nel libro all'attrice (sono invece ringraziati i suoi due colleghi, coprotagonisti, Hugh Grant e Colin Firth). Inoltre Renée Zellweger pare non sia troppo entusiasta di riprendere i chili (già in precedenza persi) necessari per interpretare questo ruolo.
Ma c'è di più. Infatti, se il seguito alla fine si farà, è plausibile che non si segui la storia del romanzo che ho qui criticato per voi, ma se ne scriva una nuova, che veda un redivivo Marc Darcy e la moglie alle prese con i problemi dei bambini, in una nuova sdolcinata ma efficace commedia romantica.
Io forse preferirei che si seguisse il libro, anche se non nego che non mi dispiacerebbe troppo vedere questa coppia di nuovo sul grande schermo. E voi? Quale è il vostro parere?
Con questa domanda ho finito.
Per il momento è tutto.
 
Biancaneve

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