venerdì 8 agosto 2014

IL CLUB VESUVIO

Salve lettori, pubblico oggi la mia recensione settimanale perché domenica scorsa ho avuto problemi di connessione (purtroppo). Ho scelto per voi un libro che mi sta particolarmente a cuore, in quanto adoro lo scrittore. Probabilmente il nome Mark Gatiss non vi dirà niente, a meno che non siate fanatiche fan della serie tv della BBC Sherlock, come la sottoscritta.
Mark Gatiss, infatti, non è solo uno scrittore, ma anche un talentuoso attore (tra gli altri ruoli, interpreta Mycroft Holmes, il fratello del celebre investigatore inventato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, nda) e un bravissimo sceneggiatore (ha sceneggiato diversi episodi di Sherlock, di Doctor Who, di Poirot, ecc.).
Insomma, si può dire che qualsiasi cosa faccia quest'uomo, è ben riuscita.
Vi presento oggi il suo primo romanzo originale, Il Club Vesuvio, unico suo romanzo tradotto in Italia e purtroppo fuori produzione (io sono riuscita ad averlo grazie a un'amica). Il libro è stato pubblicato nel 2004 in Inghilterra, ed è stato edito in Italia nel 2005 (ed. Kowalski).
Vediamolo insieme.


TRAMA:
Londra, inizi '900. Lucifer Box è, all'apparenza, un innocuo pittore neanche troppo bravo ma, in realtà, questa è solo una copertura. L'uomo, infatti, è un agente segreto al servizio di Sua Maestà. Ha appena portato a termine un incarico, quando il suo superiore gli chiede di indagare sulla morte, a pochi giorni di distanza e in circostanze sospette, di due vulcanologi che, da giovani, avevano lavorato assieme.
L'avventura porterà Lucifer in Italia, più precisamente a Napoli, dove, tra colpi di scena, inseguimenti e attentati, il giovane dandy si imbatterà in una pericolosa organizzazione criminale. Ma non è questo l'unico pericolo che incombe su di lui...

RECENSIONE:
E' un libro senza dubbio interessante, ma fuori dal comune (sarà questo il motivo per cui non ha avuto molto successo nel nostro Paese?). La storia è raccontata in prima persona da Lucifer Box, personaggio che fin da subito si presenta come molto complesso. E' arrogante, a tratti decisamente infantile, cinico e spietato, rubacuori, molto intelligente e raffinato. E', in altre parole, un misto tra Sherlock Holmes, James Bond e Dorian Gray. E' uno di quei personaggi che o si ama immediatamente (e io l'ho amato fin dal primo momento) o si detesta cordialmente e non c'è nulla che potrà farvi cambiare idea.
Personaggio a parte, la storia è assolutamente ben scritta e ben costruita. Il linguaggio è insolito, si potrebbe definirlo sperimentale, ma in ogni caso coerente con il personaggio e il periodo in cui è ambientata la storia. La cosa che ho apprezzato di più è che Gatiss, pur essendo uno sceneggiatore, non scrive come tale. Non è una sceneggiatura travestita da romanzo, ma un romanzo vero e proprio.
Gatiss conosce bene quel peridio storico e conosce bene Oscar Wilde. La scena con cui si apre il romanzo non può non far pensare, di riflesso, alla scena iniziale de Il ritratto di Dorian Gray, naturalmente debitamente trasformata e rivisitata in chiave ironica.
Il romanzo è unico nel suo genere e andrebbe letto e riletto per poter cogliere tutte le diverse sfumature: i riferimenti colti, spesso abilmente nascosti, la costruzione dei personaggi (di tutti i personaggi, anche delle comparse), le realistiche descrizioni del paesaggio e della decadenza della società...
Insomma, il libro di Gatiss merita attenzione. E mi aspetto che, da un momento all'altro, ne traggano il film.
Per il momento è tutto.

Biancaneve

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