venerdì 4 aprile 2014

IL POLITICO

Salve lettori compulsivi, oggi voglio recensire per voi il romanzo Il politico di un autore emergente, Pierluigi Straneo, in arte Pee Gee Daniel, che ritrae uno spaccato della nostra politica.


TRAMA:
Il politico è la storia di un bambino privo di emozioni. Fin dalla più tenera età non sente niente: né l'affetto verso la sua famiglia - uccide il cugino Nico durante una Pasquetta quando ancora andava alle elementari - né pietà verso i più deboli, né paura, né dolore. Nulla, appunto.
Cresce completamente allo sbando: non finisce la scuola, violenta le prostitute, non ha amici... Inizia ad avere uno scopo nella vita quando conosce il Movimento: un partito politico filofascista. Entrato nelle sue fila, comincerà piano piano a far carriera, fino a quando...

RECENSIONE:
Questo non è non romanzo per stomaci delicati. Duro, cruento e spietatamente realistico, racconta una storia drammaticamente verosimile in una società corrotta come la nostra. Daniel riesce con grande maestria a rendere precisamente situazioni e avvenimenti, tanto che ci si deve domandare quanto, per scrivere questo romanzo, si sia ispirato a una storia reale. Questa sensazione è accentuata dal fatto che l'autore non fa mai il nome del protagonista, che viene man mano citato con i soprannomi "Mangiamerda" e "Lupo Mannaro".
E' la storia dell'ascesa al potere di un uomo rozzo, insignificante, abile solo nello scontro fisico ma col cervello di un bambino crudele e grottesco. Accanto a lui, una vera e propria galleria di personaggi - alcuni solo abbozzati, ma comunque resi in maniera magistrale - che, in un modo o nell'altro, aiutano questo anti - eroe moderno.
Il termine anti - eroe è sempre ambiguo: di solito si intende un uomo ignavo, che non prende decisioni, che rimane ai margini, che non è capace di compiere gesti eclatanti. Qui bisogna, invece, dare a questo termine una connotazione ben più negativa: il protagonista è allo stesso tempo l'antagonista.
Sono trattati anche temi delicati: la violenza contro le donne, l'omosessualità, l'ipocrisia della politica, il razzismo... E per fare ciò Daniel ha deciso di utilizzare un movimento politico filofascista, di cui non fa mai il nome.
Non aspettatevi una favola, quindi. Questo è un romanzo come ce ne sono pochi in giro, che resta ben impresso nella mente e si dimentica difficilmente. Devo dire che l'autore riesce anche con lo stile, secco, composto da frasi brevi e concise, in alcuni momenti anche sporco, a rendere esattamente le immagini che vuole descrivere.
Nonostante la condanna al suo protagonista e agli altri personaggi - l'Ideologo, Sarajevo, Andreasi, ecc. - sia evidente, l'autore non è mai pedante, anzi mostra in certi punti quasi dispiacere e pena per la loro sorte, le loro esistenze meschine e vuote, il loro affannarsi nella ricerca di qualcosa - qualsiasi cosa - che dia un senso al loro essere al mondo.
Un romanzo che merita di essere letto, almeno una volta nella vita.
Per il momento è tutto.

Biancaneve

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