martedì 18 giugno 2013

INNO ALLA VITA

Salve a tutti, lettori. Sono tornata con una nuova recensione. Questa volta mi occupo di uno scrittore semisconosciuto in Italia, Matthew Quick. Alla maggior parte di voi questo nome non dirà niente. In effetti, di lui in Italia è stato pubblicato un solo libro, il suo romanzo d'esordio. Ora, per questo motivo, forse vi aspetterete una critica negativa da parte mia. In Italia è stato pubblicato solo un libro di questo autore, ergo non è un buon scrittore. Bene, vi sbagliate di grosso. Matthew Quick è davvero uno Scrittore con la S maiuscola.
Come abbiamo assodato, il nome dell'autore non vi dice niente. Ma il titolo del libro vi farà scattare un campanello nella testa. Il titolo del romanzo è Il lato positivo. E sì, proprio lo stesso titolo della bellissima commedia romantica diretta da David O. Russell, che ha come protagonisti l'affascinante Bradley Cooper e la giovanissima Jennifer Lawrence.
Non so chi di voi l'ha visto, ma questo film ha ottenuto ben otto nomination agli Oscar (migliore attrice protagonista, miglior attore protagonista, migliore attrice non protagonista, miglior attore non protagonista, miglior film, migliore sceneggiatura non originale, miglior regia, miglior montaggio), anche se poi ne ha vinto uno solo (miglior attrice protagonista per Jennifer Lawrence).
Sono andata a vedere il film al cinema perché mi incuriosiva, e ne sono rimasta colpita. La storia non era scontata e neppure eccessivamente semplice. Così ho cercato il libro e l'ho letto. E l'ho trovato anche migliore di un film molto ben riuscito. Ora vi spiego perché è così buono e perché dovreste leggerlo (se non l'avete già fatto). In realtà vi consiglierei sia di leggere il libro che di vedere il film (scegliete voi in quale ordine).
 



TRAMA:
Patrick "Pat" Solitano è stato ricoverato nel "postaccio" (un ospedale psichiatrico) per un "tempo indefinito" (quattro anni) per qualcosa che è successo con l'ex moglie Niki. La donna l'ha lasciato, ma lui, ancora innamorato, tiene un diario in cui trascrive tutte le sue azioni volte a migliorare il proprio carattere per cercare di diventare l'uomo che la donna vorrebbe accanto: perdere peso, fare palestra, leggere tutti i libri che Niki - un'insegnante - fa leggere ogni anno ai suoi alunni. Questo diario poi, una volta ricongiuntosi inevitabilmente con la moglie, lo farà leggere a lei, in modo che la donna capisca quanto lui la ami e quanto stiano bene insieme.
Pat è infatti convinto che lui e la moglie siano - in un certo senso - "destinati" a stare insieme. L'uomo vede la sua vita come un film diretto da Dio, che prevede il lieto fine (il ricongiungimento con Niki) dopo una serie di prove (il perdere peso, la lettura, ecc.). E se la prende con chiunque tenti di scoraggiarlo: nella vita bisogna credere in qualcosa ed "essere positivi" sempre.
L'unica che sembra volerlo aiutare è Tiffany, la cognata del suo migliore amico, che ha perso il marito mentre Pat era nel "postaccio". Il senso di colpa per la morte del marito le ha fatto combinare tutta una serie di cazzate e l'ha portata alla depressione e agli psicofarmaci. La donna si offre di mettersi in contatto con Niki, se Pat farà qualcosa per lei: partecipare a una gara di ballo. L'uomo accetta, riconoscente.
Riuscirà Pat a riconquistare Niki? Ci sarà l'"inevitabile" lieto fine di questo film diretto da Dio?

RECENSIONE:
Il libro è davvero ben scritto. Nonostante il romanzo si sviluppi in prima persona, sotto forma di diario, è presente un'introspezione dei personaggi approfondita e molto curata. E' chiaro che ogni personaggio è visto dal punto di vista di Pat, ma - nonostante ciò - l'approfondimento psicologico dei personaggi va molto oltre i suoi giudizi e le sue impressioni. Ogni personaggio non è vivo attraverso Pat, ma è una persona con dubbi, paure, gioie, idee...
Pat è un uomo con le idee chiare: l'unica cosa che vuole è recuperare un rapporto con sua moglie, farsi perdonare per tutte quelle che lui vede come mancanze: l'essere ingrassato, non aver letto i libri che lei amava, essersi concentrato solo sullo sport. Non riflette su quello che la moglie gli ha fatto, sul perché lui è finito in una clinica psichiatrica e deve prendere psicofarmaci e andare da uno psichiatra una volta alla settimana. L'unica cosa di cui gli importa è recuperare il suo matrimonio. E' più di uno scopo: è un'ossessione.
Lo sport la fa da padrone in questo libro: basti pensare alla palestra che la madre di Pat gli fa creare nel garage, e in cui Pat passa le sue giornate ad allenarsi; le lunghe corse che Pat fa ogni giorno, spesso con la compagnia silenziosa di Tiffany, che lo insegue; le partite di football americano che Pat, la sua famiglia e il suo psicanalista seguono (sono tifosi dei Philadelphia Eagles).
Ben studiata e molto ben realizzata è la figura del padre di Pat. E' un uomo taciturno, che sembra quasi odiare il figlio, con cui si rifiuta di parlare da quando è tornato dal "postaccio". Questa cosa mette in crisi il rapporto con la moglie, sempre sul punto di scoppiare in lacrime. Originale e molto commuovente l'evolversi del rapporto sia tra moglie e marito, sia tra padre e figlio.
Ma è Tiffany il personaggio più importante. Tiffany è una donna fragile, che nasconde questa sua fragilità dietro una maschera fatta di sfacciataggine. E' una donna sola che ha bisogno di affetto e di qualcuno che capisca la sua situazione. E' convinta che la morte del marito sia stata colpa sua e per questo motivo sta rovinando lentamente la sua vita. Si è fatta cacciare dal lavoro, si trucca troppo, esce solo con uomini che vogliono usarla, e non riesce a lasciarsi andare. L'unica cosa che la fa stare davvero bene è il ballo, disciplina in cui è davvero eccezionale.
E' sviluppato in maniera delicata lo sviluppo del rapporto che si instaura tra Pat e Tiffany. Una simpatia istintiva, forse, ma che diventa collaborazione, affetto, stima reciproca, anche se intaccata dallo stato mentale e dai problemi psichici che affliggono entrambi.
La storia è raccontata con uno stile fluido, che mescola sapientemente il flusso di coscienza con la narrazione delle vicende accadute.
Nel complesso il romanzo è commuovente, delicato e scritto davvero molto bene. Ne servirebbero di più di scrittori come Matthew Quick, capaci di raccontare storie forti con grazia, leggerezza, ma senza tralasciare la componente tragica, in una società in cui tutti ormai - anche i calciatori, i cantanti, le "casalinghe disperate", ecc. - si credono scrittori.
Per il momento è tutto.

 

Biancaneve

3 commenti:

  1. Che bello leggere una tua recensione! Mi ha molto incuriosita! Grazie!
    ;)

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  2. Grazie a te :) leggilo, questo romanzo merita davvero ;) magari poi fammi sapere cosa ne pensi :)

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